Chi bazzica da un po’ nel fantastico e vastissimo mondo dei tarocchi, si sarà accorto che qualcuno (non io) legge le carte in maniera diversa a seconda che queste escano al diritto o al rovescio.
Facciamo un passo indietro: quando si mescola il mazzo, può capitare che alcune carte escano a testa in giù.
E c’è chi mescola le carte proprio in modo da avere le carte un po’ dritte e un po’ rovesciate.
Si dice che una carta a testa in giù modifichi il proprio significato: è come un blocco energetico, una strettoia e indica un’area che va in qualche modo “riparata” affinché la sua postura ritorni ad essere dritta.
A volte il significato viene completamente stravolto (rovesciato, appunto), altre volte l’interpretazione è meno netta, ma in ogni caso evidenzia una zona d’ombra alla quale è bene prestare attenzione.
Facciamo un esempio.
Se il consultante chiede che direzione sta prendendo la sua carriera lavorativa ed esce la carta dell’Imperatore a rovescio, significa che non è messo benissimo.
I motivi possono essere vari: non si impone abbastanza e resta nelle retrovie, oppure non sa fissare i propri paletti e fa il tappabuchi, non si sta assumendo delle responsabilità che invece gli competono oppure potrebbe esserci addirittura un problema di mobbing da parte di un superiore.
L’Imperatore al diritto invece avrebbe significato che la carriera sta procedendo a gonfie vele e che trono e corona sono suoi di diritto, insieme alle responsabilità annesse e connesse.
C’è poi chi alla carta rovesciata aggiunge, in un secondo momento, una carta consiglio, pescandola tra gli arcani rimasti e considerandola però solo nella posizione diritta.
Altri lasciano che anche la carta consiglio possa uscire capovolta, aggiungendo un livello di complessità e di sfumature.
Io personalmente non uso nessuno di questi metodi. Trovo che leggere le carte a rovescio sia un’operazione ridondante, che rischia per altro di generare confusione, se non è ben padroneggiata.
Il mazzo di tarocchi, soprattutto quando utilizzato nella sua interezza (78 carte), possiede già tutte le sfumature possibili e immaginabili delle umane vicende: ricorrendo ai significati rovesciati, si corre il rischio di ridondanza e si vìola un sistema già completo ed esaustivo di per sé.
Inoltre, se non si è molto bravi nel tenere le redini della lettura, si rischia di far confusione o di perdere il filo o il focus, soprattutto se si è all’inizio della pratica.
Detto ciò, non è che leggere le carte a rovescio sia sbagliato di per sé. Conosco parecchia gente che utilizza questo metodo con successo: è semplicemente una questione di tecnica.
Io non la utilizzo perché non la sento coerente con la mia visione del mazzo, ma non è condannabile a priori (e chi sarei io per farlo!).
L’unico caso in cui io considero la posizione rovesciata è quando, dopo aver verificato di avere tutto il mazzo diritto, una delle carte esce, a sorpresa, a testa in giù: solo allora tengo conto di questo dettaglio durante la lettura.
Se invece il mazzo non era stato preparato ed escono tante carte a rovescio, semplicemente le raddrizzo.
I tarocchi non stati tramandati accompagnati da un libro di istruzioni, quindi ognuno è libero di utilizzarli come meglio crede.
Però, visto che la figata del leggere le carte è che molte regole (soprattutto quelle relative alla tecnica) le puoi stabilire tu, ti invito a farlo in coerenza con la tua personale visione e sensibilità.
Non seguire pedissequamente manuali o insegnanti e, se vedi che una cosa per te non funziona, cambiala.
L’importante è che poi tu rimanga fedele al metodo scelto e che porti avanti la tecnica con coerenza.
Concludo il post con una menzione speciale ai Tarocchi Piemontesi del mio cuor, che hanno le immagini specchiate (tipo le figure di corte nel mazzo di carte da gioco, per intenderci): nessuna carta può mai uscire al contrario!